In fuga by Davide De Zan

In fuga by Davide De Zan

autore:Davide De Zan [De Zan, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858521298
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


10

Il cuore in gabbia

«La vita è come la bicicletta: sta su perché va.»

ANSELMO BUCCI

E così ti ritrovi ad aspettare per ore un corridore, presunto dopato, mentre il mondo da un secondo all’altro all’improvviso ti si ribalta sotto i piedi, ti cambia completamente l’orizzonte davanti agli occhi e ti catapulta all’inferno.

Una telefonata inattesa, uno squillo e poi l’apnea: «Ciao, Davide, sono il dottor Repetto… Volevo dirti… ehm… Abbiamo fatto tutti gli esami di cui ti parlavo e… purtroppo il risultato non lascia spazio a dubbi. Tuo padre ha la leucemia, l’ho dovuto ricoverare subito qui da me».

È come sprofondare, inerme, in un buco nero che assorbe ogni pensiero, ogni energia. Scurissimo come il futuro, di colpo tutto differente, e già molto più vuoto. Quella parola mette paura, anzi terrore puro. L’equazione ti è subito chiara: leucemia uguale morte. Inizio di un percorso tormentato, discesa dentro un tunnel complicatissimo e duro come nient’altro, di cui non riesci neanche a immaginare la via d’uscita. Un terribile labirinto di dolore.

E tu invece sei lì, alle dieci di sera, a fare il tuo lavoro da ore e ore in mezzo a una strada del centro città. Una via lussuosa, belle vetrine intorno, gente elegante che ti passa davanti, signore in ghingheri appena uscite da qualche hotel pieno di stelle luccicanti sulla facciata. Oppure pronte – tutte ingioiellate e vaporose – per una cena galante in qualche ristorante prestigioso nei dintorni. Il contrasto netto tra scena e realtà, che ti sbatte in faccia come un vento possente e ostile. Il “dovere” che questa volta entra in conflitto non soltanto con il senso di libertà e l’ispirazione, ma con l’istinto, l’irrimediabile desiderio di essere in quello stesso momento altrove. A migliaia di chilometri di distanza, dentro di me. E invece effettivamente lì, in mezzo a tutte quelle luci che non hanno senso, e non sai nemmeno più come ti chiami, senti solo che ti mancano le forze, che le lacrime vorrebbero uscire. Se solo non fossi in mezzo a tutta quella gente, se solo non ci fossero le persone che lavorano con te, lì a un metro, a osservarti, a scrutare ogni minimo mutamento del viso.

«Cosa c’è, Davide? È successo qualcosa…?»

«No, ragazzi, nulla, non vi preoccupate…» con il telefono ancora a mezz’aria.

Angoscia, disorientamento e panico si impossessano di te mentre cerchi di mettere a fuoco, in qualche modo, quel che sta accadendo. Ma non ci riesci. Tutto si muove, come un terremoto esclusivo, soltanto per te. Vorresti fuggire via da lì e andare ad abbracciare tuo padre. Soltanto il pensiero di poterlo perdere ti annienta. È stato lui a insegnarti tutto ciò che sai di questa professione, ti ha fatto crescere con pazienza e affetto infinito, donandoti con gioia l’amore sconfinato per questo lavoro. Il tuo lavoro. Lo stesso che ora senti di non sopportare più, con tutte le tue forze. Perché ti tiene lontano da lui.

La cosa che più di ogni altra al mondo ci aveva uniti, in quel momento ci teneva distanti. Ingiustamente separati. Lui



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